Riconoscere i fattori che posso determinare la presenza di stress-lavoro correlato è fondamentale per individuare e prevenire le cause del malessere dei dipendenti. Come è noto, il Testo unico in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro pone a carico del datore di lavoro obblighi importanti che hanno il fine di garantire un ambiente di lavoro sano e sicuro. Il riferimento non è solo alla sicurezza fisica del dipendente, ma anche e soprattutto alla sua salute mentale. Per questo il legislatore ha previsto, con il D.lgs. 9 aprile 2008, n. 81, l’obbligo di inserire, tra i fattori di rischio per la salute, anche quelli derivanti dallo stress lavoro-correlato.
Che cos’è lo stress-lavoro correlato
In Europa, il concetto di stress lavoro correlato è ufficialmente inserito nell’ambito della tutela della salute e sicurezza sul lavoro a livello comunitario grazie alla ratificazione dell’Accordo europeo sullo stress sul lavoro del 08/10/2004. Questo accordo è stato poi recepito dalle organizzazioni datoriali e sindacali italiane il 09/06/2008 in un accordo confederale, poi introdotto come riferimento principale per la valutazione del rischio da stress lavoro correlato.
L’articolo 3 dell’accordo interconfederale del 2008 definisce lo stress come “condizione che può essere accompagnata da disturbi o disfunzioni di natura fisica, psicologica o sociale ed è conseguenza del fatto che taluni individui non si sentono in grado di corrispondere alle richieste o aspettative riposte in loro”. Lo stress è poi definito “non come una malattia, ma come una situazione di prolungata tensione che può ridurre l’efficienza sul lavoro e può determinare un cattivo stato di salute”.
Gli indicatori che possono rivelare la presenza di situazioni di stress sul luogo del lavoro
Saper riconoscere i fattori in grado di far insorgere forme di stress-lavoro correlato è fondamentale. La molteplicità delle situazioni e delle sensibilità personali rende però difficile l’elencazione di una lista esaustiva. Lo stress-lavoro correlato può infatti interessare potenzialmente ogni luogo di lavoro e ogni lavoratore in quanto causato da aspetti diversi strettamente connessi con l’organizzazione e l’ambiente di lavoro. Per elencare i principali fattori da considerare, tuttavia, è possibile adottare la suddivisione tra fattori inerenti il contenuto e il contesto lavorativo proposta dall’INAIL (2017).
In relazione ai contenuti lavorativi, i fattori che possono incidere sull’insorgenza di forme di stress-lavoro correlato da parte del lavoratore sono:
- Il luogo fisico del lavoro. Rientrano in questo campo spazi poco accoglienti, precarie condizioni di sicurezza, problemi con le attrezzature necessarie al corretto svolgimento delle mansioni.
- La pianificazione delle mansioni. Se l’impiego è caratterizzato da monotonia e ripetitività il lavoratore può sviluppare forme di stress. Allo stesso tempo questo può accadere quando si è in presenza di cicli di lavoro brevi, caratterizzati da un’alta frammentazione.
- Gli aspetti temporali dell’attività. Il lavoro su turni o l’alta frequenza di sessioni straordinarie di lavoro indesiderato, un ritmo lavorativo accelerato, pressante o eccessivo nell’assegnazione può incidere negativamente tanto sulla salute fisica quanto su quella mentale del lavoratore.
In relazione al contesto lavorativo, possono incidere:
- La cultura organizzativa. In questo campo possono rientrare la scarsa comunicazione interna o un basso livello di collaborazione tra i dipendenti e il management per il raggiungimento di obiettivi comuni, così come la mancanza di chiari traguardi condivisi. Può incidere inoltre sullo stress la scarsa partecipazione del lavoratore ai processi decisionali e la mancanza di processi di revisione, feedback e supporto.
- L’ambiguità sul proprio ruolo o presenza di conflitti nella propria mansione. Nei luoghi di lavoro dove non sia chiarita la responsabilità e il campo di azione dei lavoratori, o dove l’attribuzione delle mansioni non sia equa, possono insorgere forme di pressione negative ai danni della persona.
- Le incertezze sullo sviluppo di carriera. In questo caso lo stress lavoro correlato può essere determinato tanto dalla precarietà quanto dalla presenza di ostacoli alla crescita del proprio ruolo. Una retribuzione inadeguata al ruolo o il mancato riconoscimento del lavoro svolto può generare poi ulteriore frustrazione nel lavoratore.
- La mancanza di investimenti sulla crescita del lavoratore. Diversi studi suggeriscono come la svalutazione delle potenzialità dell’individuo possa generare forte stress oltre che determinare più alti tassi di abbandono dell’impiego. La formazione professionale è, in questo senso, un fattore fondamentale in grado di garantire il benessere della persona e la crescita dell’azienda.
- Le relazioni interpersonali. I rapporti limitati o conflittuali con i colleghi o i superiori o la mancanza di supporto umano possono incidere fortemente sullo stress lavoro correlato.
Sempre seguendo l’approccio metodologico dell’INAIL è inoltre possibile distinguere tra valutazione oggettiva del rischio stress l.c. e valutazione soggettiva. La prima è focalizzata sulla ricerca di fattori stressogeni obiettivi e verificabili, mentre la seconda è basata sulla raccolta delle percezioni soggettive dei lavoratori. A seconda delle diverse specificità aziendali, questi due approcci possono essere diversamente combinati tra di loro (in sequenza o contemporaneamente).
La legge impone al datore di lavoro la stesura, ogni due anni, del Documento di valutazione del rischio stress lavoro-correlato. Pochi sanno che le indagini stress-lavoro correlato possono però assorbire, con poche modifiche e nel pieno rispetto degli obblighi di legge, altre attività non obbligatorie che molte aziende svolgono periodicamente. Se sei interessato all’argomento ti consigliamo di visitare questa pagina.
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