Chiunque si occupi di formazione sa bene che l’apprendimento di un dato argomento risulta più incisivo ed efficace se trasmesso con la metodologia didattica che gli è più idonea. «Il medium è il messaggio», diceva MacLuhan, sottolineando che il veicolo può cambiare la comunicazione, figuriamoci se non ne cambia l’efficacia. È quindi fondamentale che le diverse materie siano trattate con tecniche e stili di insegnamento diversi, a seconda delle tematiche e a seconda dell’obiettivo didattico perseguito. Per capirci, difficilmente un docente di intelligenza emotiva avrà lo stesso approccio di un docente di informatica. O almeno si spera.
Allo stesso tempo è chiaro che, a monte di tutto, l’intero piano formativo dovrebbe essere progettato per ottenere precisi risultati di apprendimento. Di conseguenza non si può certo parlare di un unico metodo che si impone come il migliore, ma anzi si dovrebbe cercare di creare sinergia tra gli obiettivi di apprendimento e le metodologie formative adottate.
Linee guida e qualche consiglio pratico
Non sempre però questi elementari accorgimenti vengono seguiti: si finisce spesso per orientare il cliente verso i metodi che sono a noi più congeniali. Per questo motivo vogliamo suggerire qualche linea guida sull’argomento e proporre una classificazione delle metodologie formative orientata a massimizzare l’efficacia della formazione rispetto al fine che perseguiamo.
Uno standard di riferimento che abbiamo sperimentato essere efficace si basa sulla tradizionale classificazione in conoscenze, capacità e competenze. Riportiamo quindi di seguito le definizioni basandoci su quanto suggerito dal Quadro Europeo delle Qualifiche (EQF).
– La Conoscenza è definita come il risultato dell’assimilazione di informazioni attraverso l’apprendimento. Le conoscenze sono un insieme di fatti, principi, teorie e pratiche relative ad un settore di lavoro o di studio.
– Le Abilità sono definite come le capacità di applicare conoscenze e di utilizzare know-how per portare a termine compiti e risolvere problemi.
– La Competenza è definita come la comprovata capacità di utilizzare conoscenze, abilità e capacità personali, sociali e/o metodologiche, in situazioni di lavoro o di studio e nello sviluppo professionale e personale.
Con queste premesse, ci dobbiamo domandare se esistano metodologie più efficaci di altre nel perseguire ciascuno di questi obiettivi. Se ho necessità di trasmettere conoscenze, quale sarà la metodologia didattica migliore? Sceglierei la stessa soluzione se invece l’obiettivo fosse apprendere delle abilità?
Dovremmo anche chiederci se, a parità di risultato, alcune metodologie siano preferibili per una qualche ragione ad esempio perché più economiche, più efficaci, più flessibili ecc.
Sulla base delle nostre esperienze abbiamo definito un modello che vogliamo condividere e sul quale vogliamo raccogliere osservazioni basate su esperienze magari diverse dalle nostre.
Conoscenze di base e complesse
Iniziamo a considerare lo schema considerando le conoscenze, che nel nostro modello abbiamo distinto tra conoscenze di basee conoscenze complesse. Con le prime andiamo quindi ad indicare l’insieme di nozioni basilari di un dato argomento che ci permettono di capirlo ad un livello generale ma chiaro. Attenzione però alle seconde, perché con “complesse” non stiamo usando un sinonimo di “difficile”. In questo campo non si tratta solo di disporre di sufficiente capacità di comprensione, ma di qualcosa di più. Si intende anche essere in grado di gestire un argomento nella sua organicità, comprese le sue incertezze e le sue ramificazioni.
A fronte di ciò, suggeriamo ai nostri clienti di ricorrere alla formazione a distanzaquando l’obiettivo è trasmettere conoscenze di base. Questa metodologia infatti è senza dubbio la più efficace in termini di economicità, flessibilità e semplicità della fruizione. La condizione necessaria è che si disponga di strumenti costruiti professionalmente e da specialisti nella comunicazione didattica. Questo perché la grande sfida della formazione a distanza è creare engagement e fare in modo che il messaggio venga davvero recepito e fatto proprio dal partecipante.
Per quanto concerne invece le conoscenze complesse, ricordiamo che molto spesso la complessità non può essere risolta in maniera algoritmica. Di conseguenza le rigidità insite nello strumento a distanza rendono l’obiettivo difficilmente raggiungibile. La nostra esperienza ci suggerisce quindi di ricorrere alla formazione d’aula, perché in grado si superare le problematiche e gli ostacoli derivanti dalla complessità. Sempre in questa situazione anche la formazione di interscambio(laboratorio, workshop, palestra) può risultare efficace, perché permette di creare un contesto teorico ed esperienziale insieme, favorendo la comprensione.
Abilità/capacità
Nel caso in cui l’obiettivo didattico riguardi l’apprendimento di abilità e capacità, la formazione di interscambio e l’affiancamentosono le soluzioni potenzialmente più efficienti. La formazione in affiancamento infatti risponde bene perché garantisce un apprendimento pratico che si sviluppa in orizzontale ed è fondato sull’esperienza concreta. Come già diceva Seneca infatti, «il viaggio è lungo attraverso gli insegnamenti, ma breve ed efficace se passa attraverso gli esempi». Basti pensare che nel lavoro in fabbrica affiancare un operaio esperto ad un novizio è spesso il metodo più veloce ed funzionale.
Competenze
Premesso che le competenze possono avere valenze diverse più o meno orientate ad aspetti tecnici o comportamentali, crediamo che qui l’approccio metodologico possa essere duplice. Da un lato abbiamo ancora una volta l’affiancamento, pratica cui si affidano molto spesso anche i consulenti, mentre dall’altro la formazione esperienziale.
In quest’ultima categoria rientrano sia le attività indoor e outdoor di apprendimento metaforico, sia le attività di Formazione concreta, Action Learning e Formazione intervento. Queste ultime contribuiscono infatti al miglioramento dell’intelligenza pratica coniugando azione, esperienza e teoria, favorendo l’apprendimento di competenze anche complesse.
Al di là dell’efficacia nel trasmettere competenze, va anche riconosciuto che la famiglia delle metodologie didattiche di Formazione concreta è tra tutte quella più attenta a sintetizzare formazione e attività professionale, perché altamente incentrata sul conseguimento del risultato aziendale. Certo è che non è una metodologia che si adatta ad ogni esigenza
Riassumendo
La tradizionale metodologia docente-discente resta imprescindibile nella trasmissione di conoscenze. Che si tratti di aula virtuale o reale, la facilità di fruizione, la flessibilità e l’economicità sono i suoi punti forti. Il rischio maggiore è che l’aspetto didattico resti poi separato dall’applicazione pratica, qualcosa cui può porre rimedio solo un docente che sappia coinvolgere con esercitazioni ed esempi concreti.
Per quel che riguarda l’apprendimento di abilità, come si suol dire “val più la pratica della grammatica”. Motivo per cui consigliamo l’affiancamento o la formazione d’interscambio, facendo però attenzione che l’aspetto teorico non venga trascurato.
Infine, imparare delle competenze è un processo lungo e complesso, che richiede un investimento maggiore in termini di tempo, di risorse e di energie. Crediamo qui che la soluzione migliore sia un approccio formativo concreto, fortemente centrato sull’attività lavorativa. Una metodologia costruita sull’attività pratica, sostenuta dalle conoscenze e che ha come obiettivo il risultato aziendale.
Laura Garozzo e Angelo Pasquarella – Projectland
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