Il forte rialzo dei tassi statunitensi e globali, sia nelle aspettative a breve che nella parte a lungo termine della curva dei rendimenti, ha modificato l’atteggiamento di molti gestori di portafogli e, necessariamente, impatta sugli atteggiamenti dei consulenti finanziari, indipendenti e non, interni alle banche o autorizzati all’attività fuori sede.
La molteplicità dei fattori originanti ha inciso sull’evento, inevitabile nella inversione dopo anni di tassi troppo bassi; la velocità del cambiamento ha sorpreso tuttavia le banche centrali, generando reazioni robuste (la FED) o attendiste (la BCE).
I mercati hanno giudicato quantomeno non corrette entrambe le soluzioni, alimentando incertezze negli operatori professionali, istituzionali e privati. Le preoccupazioni dei risparmiatori hanno completato lo scenario ma, paradossalmente, la varietà delle soluzioni offerte ha generato una situazione che ha ridotto i ribassi delle quotazioni (soprattutto degli indici e non tanto di singoli titoli) rispetto alle attese.
Il nervosismo ha determinato fasi di mercato laterali che hanno ammorbidito la tendenza in discesa che ha caratterizzato l’andamento dei mercati nel corso del 2022.
Nel frattempo, l’aumento dei tassi continua a rappresentare un importante vento contrario per i mercati azionari. E’ noto come gli eventi non possano essere modificati (come il vento durante la navigazione). E’ necessario in questi casi orientare le vele per utilizzare le condizioni ambientali. Stare fermi è soluzione perdente e pericolosa (nella ingegneria velica come nella gestione dei portafogli. Navigare senza skipper esperti è molto pericoloso quando le condizioni ambientali sono sfavorevoli.
E’ opportuno verificare se siano disponibili nel caso dei mercati finanziari, consulenti esperti e in numero sufficiente rispetto alla rilevante dimensione del risparmio da gestire e da allocare. E’ necessario aumentare il confronto tra le diverse alternative, un atteggiamento non frequente nella competizione fra le case di investimento. In ogni caso, resta fondamentale la diversità dei punti di vista e delle decisioni al fine di alimentare gli opportuni incroci di domanda e offerta. Quest’ultimo fattore appare agevolato proprio dalla rapidità e dalla natura, ad evidenza proteiforme, dell’attuale crisi.
Alcune riflessioni suggerite dalla teoria ricordano che, a parità di altre condizioni, i tassi elevati spingono al ribasso la valutazione dei titoli azionari, soprattutto per quelli value a “lunga durata”, in quanto un aumento del tasso di “rischio” utilizzato per scontare i flussi di cassa futuri (e gli utili) riduce il valore corrente di un titolo. Nel comparto obbligazionario (quello preferito dal risparmiatore retail) il rialzo dei tassi comporta ribassi di misura crescente all’aumentare della duration (sempre perché l’attualizzazione avviene ad uno sconto maggiore), ma evidenzia opportunità significative per chi acquistasse i titoli dopo il loro ribasso, purché si possa attendere futuri eventi senza esigenze di immediata liquidità e puntando al capitale di rimborso.
Ulteriori preoccupazioni sono suscitate dalla modifica della struttura dei cambi, conseguenza della inversione della tendenza dei tassi e del differente atteggiamento adottato dalle due principali Banche Centrali.
In tutto questo contesto cresce l’attenzione, spesso priva di adeguate cognizioni in materia, verso investimenti alternativi quali le commodities, le valute digitali, gli investimenti in beni di lusso e il settore immobiliare anche al di fuori del consueto perimetro delle soluzioni residenziali.
Si innalza il bisogno di una più adeguata educazione finanziaria che limiti i comportamenti imitativi che hanno caratterizzato i risparmiatori negli ultimi sessanta anni. E’ questo il campo dove orientare l’aggiornamento e la formazione di tutti i soggetti che sono abilitati al rapporto con la clientela. Gli obblighi di aggiornamento imposti dalla normativa nel contesto della MiFID II e della IDD rappresentano un’occasione imperdibile per trasformare la necessità formale della certificazione in una soluzione che accresca la conoscenza di base delle nozioni che consentono di offrire una consulenza migliore, basata sulla piena acquisizione dei concetti che consolidano e rafforzano la consapevolezza del lavoro che si è chiamati a svolgere.
Riprendendo un concetto sintetico ma utile, dobbiamo passare dalla pessimistica convinzione T.I.N.A. (there is no alternative) a quella T.A.R.A. (there are relevant alternatives). Queste debbono peraltro essere ben conosciute e non riprese in modo imitativo come frequentemente accade. A seconda delle singole policy di distribuzione, la progettazione delle ore di aggiornamento (non necessariamente un vincolo massimo) potrà risultare di utilità non solo per rispettare la norma, ma anche per avere in prospettiva collaboratori più pronti e motivati con cognizione per i propri compiti e ruoli futuri. Una formazione taylor-made, indipendentemente dalla formula gestionale utilizzata (aula, fad, webinar, e-learning o blended).
Giuseppe G Santorsola
Professore Ordinario di Asset Management,
Corporate Finance e Corporate & Investment Banking
Università Parthenope di Napoli
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