Negli ultimi dieci anni, la percezione dei consumatori e degli operatori di mercato riguardo alle questioni di sostenibilità e alla responsabilità aziendale è cambiata radicalmente. Di conseguenza, l’Unione Europea ha dovuto adattare la legislazione sulla disclosure aziendale, in linea con i suoi valori e principi. Con l’adozione definitiva della Direttiva sulla rendicontazione della sostenibilità aziendale (CSRD) nel dicembre 2022 e i successivi Standard europei di rendicontazione della sostenibilità (ESRS), l’Unione Europea si trova ora a un momento decisivo – un momento in cui l’applicazione delle regole di rendicontazione da parte degli operatori di mercato, supervisionati dalle autorità, può essere trasformativa per l’economia e la società.

Contesto e Obiettivi della CSRD

Il nuovo quadro normativo riportato dalla CSRD mira a porre fine alla natura eccessivamente arbitraria e disparata delle informazioni sulla sostenibilità, creando valore reale e duraturo, lontano dalle logiche a breve termine che si concentrano esclusivamente sulla massimizzazione dei profitti. La CSRD richiede alle aziende di riportare l’impatto delle loro attività sull’ambiente e sulla società, nonché i rischi e le opportunità (finanziarie) correlati, utilizzando gli ESRS. Le aziende saranno anche tenute a fornire una garanzia delle informazioni riportate attraverso una rendicontazione standardizzata e trasparente. L’UE invia un segnale forte per promuovere il progresso verso una società più sostenibile e trasmette un messaggio di speranza e umanità nella lotta contro gli abusi quotidiani nelle catene di approvvigionamento globali.

Il Processo di Valutazione della Doppia Materialità

Le organizzazioni dovranno ora valutare come le loro operazioni influenzano il mondo esterno attraverso un processo di valutazione della doppia materialità, noto come “materialità d’impatto“. Dovranno anche valutare come le questioni di sostenibilità, a loro volta, influenzano i loro risultati economici, o “materialità finanziaria legata alla sostenibilità”. Questo contribuirà a rendere l’attività economica più etica e a ripulire il mercato. Dichiarando azioni contro la deforestazione e gli abusi dei diritti sociali, le aziende si troveranno in una situazione competitiva più chiara e trasparente rispetto a quelle che continuano a importare legname illegalmente o a utilizzare il lavoro minorile. In poche parole, questo segna la fine delle dichiarazioni fatte dalle aziende esclusivamente per ragioni di pubbliche relazioni: avere un record impeccabile sui diritti umani sarà importante quanto avere un bilancio impeccabile.

Implicazioni Pratiche della Normativa CSRD

Nuove Tematiche nelle Strategie Aziendali

Molte aziende si troveranno ad affrontare temi nuovi nella loro strategia aziendale. La sostenibilità non sarà più una scelta opzionale, ma un elemento centrale da integrare nelle operazioni quotidiane e nelle decisioni strategiche. Questo richiederà alle aziende di sviluppare competenze interne specifiche e di formare il personale sui nuovi requisiti e sulle migliori pratiche di sostenibilità.

Due Diligence nella Catena del Valore

Viene data una nuova attenzione alla catena del valore, il che implica attivare processi di due diligence su tutti i fornitori. Le aziende dovranno garantire che i loro fornitori rispettino gli stessi standard di sostenibilità, il che potrebbe comportare una revisione completa dei contratti e delle relazioni con i partner commerciali. Questo processo di due diligence è cruciale per evitare rischi legali e reputazionali e per garantire la trasparenza lungo tutta la catena di fornitura.

Opportunità per Migliorare la Strategia di Sostenibilità

L’entrata in vigore di questa normativa rappresenta un’opportunità per le aziende di analizzare a fondo i temi di sostenibilità e comprendere meglio le dinamiche del mercato. Le sfide ambientali stanno cambiando profondamente le dinamiche di mercato ed avere una strategia chiara nella raccolta, analisi e rendicontazione delle informazioni diventa una leva strategica per lo sviluppo di lungo periodo. Le aziende che sapranno adattarsi a queste nuove esigenze saranno in grado di rispondere in modo efficace alle sfide del nostro tempo, migliorando la loro competitività e resilienza.

Gestione dei Rischi

La nuova normativa offre un approccio integrato alla gestione dei rischi, consentendo alle aziende di affrontare in modo migliore e più comprensivo le sfide legate alla sostenibilità. Ogni tema verrà analizzato sia dal punto di vista dell’impatto ambientale e sociale, sia da quello finanziario. Questo approccio di “doppia materialità” assicura che le aziende non solo identifichino i rischi potenziali derivanti dalle loro operazioni sul mondo esterno, ma anche comprendano come le questioni di sostenibilità possano influenzare la loro stabilità finanziaria. In questo modo, le aziende potranno sviluppare strategie più robuste e resilienti, migliorando la loro capacità di adattarsi a un ambiente in continuo cambiamento e di mitigare i rischi a lungo termine.

Oltre la compliance: un approccio costruttivo al Reporting

Il ciclo di reporting è anche un “pretesto” per riflettere sui temi di sostenibilità; è un punto di vista differente sui processi core di business, capace di offrire spunti di miglioramento ed efficientamento. Il reporting non è solo un obbligo normativo, ma anche uno strumento di gestione del rischio di impresa. All’interno del reporting sono rappresentati tutti i principali processi aziendali. Mettere in piedi un processo sano e funzionale di reporting spesso equivale a far ingranare internamente i processi di sostenibilità.

Il report diventa un repository di informazioni che possono essere veicolate in modo efficace dalla comunicazione verso gli stakeholder chiave. Il percorso di rendicontazione permette di far emergere elementi nuovi capaci di generare valore aggiuntivo verso i target interni ed esterni, rafforzando anche il posizionamento del brand. L’obiettivo dei progetti di rendicontazione è gettare le basi per la costruzione di un percorso che sappia fornire una lettura dell’identità del brand, e del suo impegno rivolto verso la sostenibilità e la generazione di valore condiviso.

L’Impatto Globale della Rendicontazione di Sostenibilità

L’UE non è sola in questo viaggio. Globalmente, la rendicontazione di sostenibilità è passata da un’attività di nicchia, adottata da un ristretto numero di aziende, a una pratica comune e sempre più richiesta per migliaia di organizzazioni in tutto il mondo. Oggi, più di 130 paesi in tutto il mondo impongono la rendicontazione di sostenibilità su base volontaria o obbligatoria. Poiché gli obblighi di rendicontazione si applicheranno anche a un numero significativo di aziende con sede fuori dall’UE, i decisori europei e l’organismo di normazione delegato dell’UE (EFRAG) dovrebbero massimizzare lo sviluppo di standard finanziari e di impatto compatibili con quelli già in uso a livello globale (come GRI, la Task Force on Climate-related Financial Disclosures o il Carbon Project Disclosure).

 

La CSRD può apparire come una regolamentazione obbligatoria complessa a prima vista. Tuttavia, il lavoro svolto da vari stakeholder in modo collaborativo e trasparente dimostra che le sue regole sono, in realtà, piuttosto facili da comprendere e applicare.

Dal nostro punto di vista, rappresenta un’opportunità per fare passi in avanti un’economia più etica e sostenibile. Sicuramente, l’applicazione di questa nuova normativa rappresenterà un impegno importante per le aziende, ma allo stesso tempo, se affrontata con serietà e intelligenza, potrà portare grandi benefici alla sostenibilità ambientale, sociale ed economica e, inoltre, contribuire alla creazione di un mondo aziendale più equo. Le aziende dovranno adattarsi a standard più rigorosi, garantendo trasparenza e responsabilità nelle loro operazioni. Questo cambiamento non solo migliorerà la competitività a lungo termine delle imprese europee, ma contribuirà anche a una società globale più giusta e sostenibile.

 

Beatrice Carlini