Con l’uscita di ChatGPT è nata una nuova era, quella dell’IA generativa. Una tecnologia dirompente e allo stesso tempo semplicissima da usare. Democratica, potremmo dire. In pochissimo tempo, i sistemi di IA generativa hanno fatto passi avanti impressionanti: è migliorata enormemente la precisione delle risposte, sono in grado di analizzare immagini e audio. Iniziano anche a essere integrate sempre più nelle applicazioni di uso quotidiano, semplificando ulteriormente l’interazione.

Cosa sono gli AI Agent e quali sono le loro potenzialità

Ma in che direzione sta andando lo sviluppo dell’IA generativa? Uno dei più interessanti è quello degli Agenti di IA, gli agenti di intelligenza artificiale. Si tratta di sistemi che non si limitano a dare risposte a prompt testuali, ma sono in grado di svolgere autonomamente attività. Acquisiscono dati in automatico, li elaborano, ed eseguono azioni. Pensiamo a un chatbot per l’assistenza cliente che non si limita a dare risposte alle richieste, ma prende il controllo della conversazione, chiedendo ulteriori dettagli utili a fornire una risposta accurata. Basta dare loro degli obiettivi, e loro saranno liberi di muoversi all’interno dei confini definiti per ottenere il risultato. Dei veri e propri assistenti personali, intelligenti, veloci e instancabili.

Sono proprio gli agenti IA a rappresentare il futuro della produttività, tanto che la maggior parte delle big tech li sta già integrando. A partire da Microsoft, con Copilot Studio, piattaforma per crearli, gestirli e distribuirli facilmente all’interno dell’azienda. Anche SAP ha creato la propria piattaforma per gli agenti Joule, l’IA integrata nelle soluzioni dell’azienda. Nel caso di SAP, gli agenti IA eseguono autonomamente i workflow aziendali, anche coordinandosi fra loro. E ne sono già disponibili moltissimi, in SAP: quelli dedicati alle HR, al marketing, alla supply chain, al servizio cliente e via dicendo. Un approccio simile è stato seguito anche da Salesforce, che li chiama Agenti Agentforce e li definisce come “’applicazioni autonome e proattive che forniscono assistenza specializzata e sempre attiva a clienti e dipendenti”.

Gli impieghi futuri

Cambia il paradigma, insomma: se oggi ci siamo abituarti a interrogare le IA per ottenere le risposte, il prossimo passo sarà quello di avere dei collaboratori invisibili e superintelligenti che svolgeranno alcuni task al posto nostro. Ma perché siano efficaci bisogna fare attenzione a due aspetti: la qualità dei dati che li alimentano e i binari su cui si devono muovere. Perché il paradosso del massimizzatore di graffette deve essere sempre un principio guida quando si parla di IA .

Alberto Falchi